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Diritto di sepoltura in loculo e rimozione resti mortali
Mia mamma ho costruito una cappella gentilizia su concessione del comune; all’interno di tale cappella è sepolto mio zio. Posto che i rapporti tra la nostra famiglia e quella degli eredi di mio zio non sono più molto amichevoli e posto che sono trascorsi oltre 20 anni, è possibile richiedere la liberazione di tale loculo o, in alternativa, la corresponsione di una somma di denaro a titolo di “indennità” per l’occupazione di detto spazio?
Privato
1) Se non diversamente disposto (esempio: loculo riservato a …), in un loculo o tomba di famiglia hanno diritto di sepoltura tutti i parenti del fondatore del sepolcro (nel caso, sua mamma), fino al grado di parentela previsto dal regolamento di PM o, in mancanza, fino al VI grado, da C.C.. e tale diritto si attua per premorienza, ovvero chi prima muore prima viene sepolto fra tutti gli aventi diritto.
Quindi lo zio ha tutto il diritto di essere sepolto nel loculo.
2) Il diritto di movimentare un cadavere o un resto mortale, o di cremare il resto mortale spetta a tutti i parenti/affini di grado più prossimo, in primis al consorte, e all’unanimità, e a nessun altro, eccetto che al Comune in caso di decadenza, scadenza, abbandono e simili. In questo caso, moglie o figli dello zio e quindi non a lei.
3) Quanto a chiedere soldi, non pensateci nemmeno. L’art. 94 del DPR 285 del 1990 (Regolamento di Polizia mortuaria) al comma 4 sancisce: “Non può essere fatta concessione di aree per sepolture private a persone o ad enti che mirino a farne oggetto di lucro o di speculazione” e nel caso da Lei prospettato si ricadrebbe in tale condizione, con la possibile conseguenza della revoca della concessione.
Pertanto non è possibile da parte sua nè liberare il loculo, nè chiedere un contributo.
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