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Caratteristiche tecniche dei loculi
1)Quale deve essere la pendenza delle solette dei loculi?
2) I loculi possono essere realizzati in cemento armato senza l’impiego di moduli prefabbricati?
3) L’impermeabilizzazione delle pareti e della base soletta dei loculi contro la fuoriuscita di sostanze liquide come viene fatta solitamente?
Progettista
1) Requisiti fondamentali:
a. Si applica l’articolo 76 del DPR 285/90 sui requisiti dei loculi (e l’art. 77 per quelle dei feretri che rimanda all’articolo 30);
b. Si applicano i paragrafi 13.1, 13.2, 13.3 della circolare Ministro sanità n. 24 del 24/06/1993 per le nuove costruzioni di cui al punto13 “Revisione di criteri costruttivi per i a sistema di tumulazione”.
c. Solo per i loculi destinati a tumulazione di feretri vengono consigliate misure minime interne (quelle che in Lombardia sono cogenti in quanto disposte con normativa regionale). Spieghiamo che la Circolare Ministeriale è di indirizzo non è cogente, la sua applicazione “cogente” avviene se recepita dalla normativa Regionale o anche dalla normativa comunale, ad es. attraverso il Regolamento di Polizia mortuaria comunale. Potrebbe anche verificarsi che l’ASL che riceverà il progetto per esprimere il proprio parere a riguardo ponga parere condizionato al rispetto delle dimensioni minime interne indicate dalla sopra menzionata circolare. Quindi è conveniente utilizzare le dimensioni minime “consigliate” dal Ministero comunque.
d. Il piano di appoggio del feretro deve essere inclinato verso l’interno (non si dice di quanto, ma la pratica consiglia valori percentuali da un minimo dell’1%, a valori medi dell’1,5% a massimi del 3%; in buona sostanza sarebbe utile che l’inclinazione data al loculo fosse tale da far raccogliere una quantità di liquidi (liquidi cadaverici derivanti dai fenomeni putrefattivi della decomposizione, che non sempre però fuoriescono) pari ad una capacità idraulica di circa 50 lt.; altro elemento è che generalmente la tecnica di “tumulazione” del feretro prevede o dovrebbe prevedere il costante impiego di prodotti assorbenti che tendono ad assorbire e addensare tali liquidi nel caso di fuoriuscita, operando anche azione di riduzione dell’emissione degli odori.
e. Il calcolo statico (obbligatorio quello antisismico nelle zone in cui è necessario) si basa su un sovraccarico di 250 Kg./mq.
f. Ogni loculo deve avere il diretto accesso del feretro in quanto in un loculo, possono stare, sia presente o meno un feretro ed alcune cassette di ossa e urne cinerarie che complessivamente non impediscano la presenza o la collocazione della bara.
2) I loculi possono essere realizzati impiegando sia manufatti prefabbricati che realizzati in opera.
Quest’ultimi possono essere realizzati sia con elementi prefabbricati a perdere, gusci realizzati anch’essi generalmente in c.a. oppure impiegando blocchi (sagome) in polistirolo rivestiti con idoneo pvc per operare al termine del getto di ogni fila orizzontale di loculi la loro estrazione con un attrezzo (estrattore) che fornisce il produttore di tali sagome.
N.B. La attenzione circa l’impiego di blocchi di loculi prefabbricati risiede nella realizzazione accurata del manufatto difatti lo stesso dovrà dapprima essere caricato per il trasporto, trasportato, scaricato in cantiere in genere nel luogo di sua ubicazione definitiva. Queste movimentazioni sono sollecitazioni che potrebbero causare torsioni al manufatto o deformazioni tali da indurre la formazione di cavillature che potrebbero inficiare la impermeabilità dei loculi stessi.
3) La norma prevede impermeabilità ai liquidi ed ai gas.
Ovviamente tale condizione è in parte da soddisfare con la costruzione ed in parte con la esecuzione di volta in volta della “tumulazione”. Quindi tra queste condizioni e fasi la più importante è la condizione di impermeabilità ai liquidi.
I liquidi si raccolgono alla base e quindi interessano la soletta di appoggio del feretro e l’attacco tra questa e le tre pareti interne del loculo, le due laterali e quella di fondo.
E’ opportuno che gli angoli di attacco tra soletta e pareti siano sigillate con apposita malta “tissotropica” che realizzi una “gola” (o uno smusso) con un raggio di raccordo di almeno cm. 2,5/3,0 di raggio o di cateto.
Successivamente viene eseguita l’applicazione di una guaina liquida impermeabile in particolare resistente all’aggressione chimica-batterica che caratterizza il tipo di liquidi che potrebbero fuoriuscire dalla bara. E’ frequentemente impiegata l’applicazione di un rivestimento impermeabile a base di malta cementizia di granulometria fine per formare rivestimenti continui su tali strutture (o manufatti) in calcestruzzo (armato) del tipo “Thoroseal”; doppia applicazione, eseguita a mano con impiego di pennellessa per formare uno strato di circa 1,5/2,0 mm di spessore, risvoltato per circa 12/14 cm sulle 3 pareti interne laterali del loculo stesso.
4) Chiusura del loculo che avverrà dopo la tumulazione.
La tradizionale parete in mattoni pieni laterizi posati con malta cementizia a ricorsi, intonacata sull’esterno è generalmente sostituita con l’impiego di una lastra in materiale composito, di solito “fibrocemento” di spessore circa 2,0/2,5 cm. Dovrà essere un prodotto fornito che dichiari la sua costruzione con materiali resistenti all’azione corrosiva dei liquami cadaverici che garantisca resistenza, durata e impermeabilità ai liquidi e ai gas in maniera da consentire la sigillatura ermetica dei loculi con l’utilizzo di speciali schiume poliuretaniche iniettate tra il bordo esterno della lastra e la spalla del loculo, consentendo maneggevolezza della lastra per l’esecuzione accurata della chiusura e tempi di opera contenuti.
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