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Tomba di famiglia ereditata – sepoltura dei suoceri
Mia moglie risulta essere proprietaria di una cappella dove risulta esserci sepolto il padre e dove vi sono in essere 7 luculi vuoti e n.8 ossari in alto alla stessa. Sarebbe intenzione donare n.02 ossari per deposizione delle ceneri dei suoceri, oggi ancora in salute.
Come deve comportarsi e quale documentazione se notarile dovrà servire?
Privato
Il fondatore del sepolcro, ovvero chi ha firmato la concessione originaria, con la concessione fa un contratto con il Comune secondo il quale, in cambio di una tariffa, ha diritto di costruire un sepolcro in cui seppellire i suoi familiari, sepolcro che al termine del periodo di concessione (in genere 99 anni) deve passare in proprietà al Comune e sgomberare dai resti sepolti lo stesso.
Hanno diritto di essere sepolti i familiari del fondatore.
Chi siano i familiari del fondatore lo decide il regolamento di polizia mortuaria del Comune. Se non dice niente, per giurisprudenza prevalente, si intendono per familiari il coniuge o convivente more uxorio e i discendenti diretti del fondatore e coniugi/conviventi; qualche volta anche i fratelli/sorelle del fondatore.
La proprietà temporanea dell’oggetto tomba si può ereditare, come per qualsisi oggetto, ma niente ha a che fare con il diritto di essere sepolto, che è personale, non trasmissibile, e dipende solo dal fatto di essere familiare del fondatore.
Chi eredita la tomba fa un ben magro affare, dovrebbe fare una voltura, ovvero un cambio di intestazione della concessione con cui si accolla le spese di manutenzione, è responsabile se l’oggetto rappresenta un pericolo per la pubblica incolumità, deve impegnarsi a mantenere in decoro la tomba, e si impegna a rispettare i patti contrattuali e nient’altro, significando che se non è familiare del fondatore ha diritto di sepoltura, lui e suoi familiari, solo se la famiglia del fondatore è estinta e solo nei loculi liberi, con divieto di svuotare quelli occupati.
In mancanza di identificazione di erede, la tomba non può essere utilizzata, mancando la figura del garante del rispetto dei patti contrattuali nei confronti del Comune e il responsabile di quanto sopra; pertanto la tomba rimane nello stato in cuiè fino a scadenza concessione, per passare poi in proprietà al Comune.
Se è familiare, l’erede ha diritto di sepoltura a parità con tutti gli altri aventi diritto, e quindi con l’eredità non acquista nessun particolare vantaggio.
Lo jus sepulchri, diritto di sepoltura, avviene per premorienza, ovvero chi prima muore prima viene sepolto fra tutti gli aventi diritto.
Non esistono posti salma riservati in una tomba di famiglia, salvo accordi fra gli interessati, eccetto che per i benemeriti identificati come tali dal fondatore nell’atto di concessione.
Il proprietario pro tempore della tomba non può impedire agli aventi diritto la sepoltura, né può impedire che persone legate da vincoli di parentela o amicizia possano fare atti di pietas verso i defunti; non può ad esempio impedire l’accesso.
Nel caso specifico:
a) bisogna capire se i suoceri della moglie hanno diritto di sepoltura, ovvero se risultino familiari del fondatore.
b) se risultano familiari, possono esservi sepolti, a qualunque grado di trasformazione della salma, solo nei posti liberi da altri precedentemente occupati da aventi diritto. Non esistono posti riservati fra aventi diritto salvo accordi fra tutti gli aventi diritto. In questo caso non c’è bisogno di fare niente perché essere sepolti è un loro diritto.
La sepoltura di non aventi diritto in una tomba di famiglia fa decadere la concessione per violazione dei patti contrattuali, e la tomba diventa di proprietà comunale.
c) nel caso la moglie non fosse familiare del fondatore del sepolcro e la famiglia del fondatore fosse estinta, bisogna capire se i suoceri sono considerati familiari della moglie secondo regolamento; secondo giurisprudenza, no.
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