Trasferimento di spoglie mortali previa cremazione
vorrei procedere con la cremazione del cadavere di mia moglie deceduta il 15/11/2011 a Milano, città di residenza. Il relativo cadavere è stato tumulato, però, nel paese d’origine dove all’epoca del decesso risiedeva mia figlia. Da 4 anni mia figlia si è trasferita anche lei in via definitiva a Milano per cui adesso viviamo una situazione anomala quanto brutta: il cadavere di mia moglie in un cimitero del sud, senza che nessuno se ne possa prendere effettivamente cura e tutta la sua famiglia al nord, lontana centinaia di km. Tutti noi riteniamo giusto e opportuno riportarla vicino ai suoi affetti, si suoi cari chi la ama con la voglia di prendersene amorevolmente cura.
Ecco la domanda: volendo procedere con la cremazione del cadavere, cosa è necessario fare? possiamo fare questa operazione? C’è bisogno di tempi lunghi? Come dobbiamo procedere? Quale potrà essere la posizione dei comuni interessati?
L’operazione è possibile, è prevista dal DPR 285/90 come estumulazione straordinaria.
I Comuni hanno l’obbligo di accogliere nei loro cimiteri i residenti e i morti nel territorio comunale. Per accettare altri, devono prevedere (e in genere lo fanno) nel loro Regolamento di Polizia Mortuaria che possono accogliere anche famigliari di residenti.
Quindi la prima cosa da fare è verificare se il Comune di destinazione accetta il trasferimento; basta contattare il relativo ufficio cimiteriale.
Dopo che viene deciso dove collocare o il feretro o le ceneri, bisogna avvertire sia il Comune di partenza che quello di arrivo della collocazione finale.
Per il trasporto del feretro fuori dal cimitero serve una autorizzazione dell’Ufficio di Stato Civile del Comune dove erano le spoglie mortali.
Un feretro tumulato è composto da una cassa di legno esterna e una cassa in zinco interna con all’interno il defunto.
Si può mantenere la doppia cassa in zinco o eliminare lo zinco e traslare dentro la cassa in legno i resti in sacco impermeabile approvato dall’autorità sanitaria se i resti sono destinati alla cremazione.
Può succedere che la cassa interna scoppi per gas di putrefazione con fuoruscita di liquido; se succede si procede eseguendo la “fasciatura del feretro” o per meglio dire l’inserimento del feretro in un “cassone” in zinco rinforzato opportunamente saldato.
L’operazione successiva è il trasporto del feretro, o originario o in cassa di legno e sacco impermeabile (se destinato prima a cremazione) o fasciato:
a) Verso il comune di nuova destinazione per la sua ri-tumulazione in altro loculo;
b) Verso il comune di nuova destinazione ma con sosta al crematorio prescelto per la cremazione del defunto che, deve avvenire per legge incenerendo contemporaneamente sia il feretro che il defunto.
Nel caso si mantenesse la doppia cassa in zinco, il problema è che non tutti i crematori riescono a fondere lo zinco; bisogna individuare un crematorio adatto.
In genere i Comuni si convenzionano con alcuni crematori; si può chiedere al competente ufficio comunale dove è giacente la salma.
Male che vada, nel sito, colonna a destra, si può trovare l’elenco degli impianti di cremazione.
Le tariffe massime di cremazione sono fissate a livello nazionale; incidono poi costi accessori da vedere con i gestori degli impianti (trasporto, urne, custodia, servizi…).
Un feretro deve essere trasportato solo da automezzi autorizzati; l’urna cineraria, essendo materiale inerte, può essere trasportata dal crematorio al cimitero di destinazione con qualsiasi mezzo da chiunque.
I tempi non sono lunghi; incide se si deve o meno rifasciare il feretro e il tempo di attesa per la cremazione presso l’impianto, ma si tratta in genere di giorni.
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