Nell’anno 1987 ho stipulato con il Comune, congiuntamente ad un mio cugino, una convenzione per la concessione in uso di un’area nel cimitero del capoluogo per la edificazione di una cappella a sistema di tumulazione individuale per famiglie.

Quindi la concessione risulta rilasciata ad entrambi i richiedenti.

Nel corso degli anni ho realizzato sul detto terreno una cappella in muratura con 12 tumuli individuali, a mia totale cura e spese. Il cointestatario, più volte sollecitato verbalmente, non ha mai dimostrato alcun interesse né, tantomeno, ha partecipato alle spese di edificazione ammontanti a 31.000,00 euro circa, né ha inteso sottoscrivere un “atto di fondazione” e relativo regolamento contenente anche l’impegno a corrispondermi il 50% delle spese sostenute e documentate.

Di recente, solo verbalmente, mi ha comunicato la necessità di trasferire un suo congiunto nella detta cappella nella quale, attualmente, sono tumulati mia moglie e mio padre, tumulazioni avvenute nel 2023, senza alcuna eccezione da parte sua.

Ho rifiutato categoricamente, sostenendo che, dopo 37 anni dalla concessione, nel suo assoluto disinteresse, non può vantare alcun diritto per avervi rinunciato di fatto.

Tale comportamento avrebbe portato, a mio avviso, ad un automatico accrescimento del mio diritto essendo decaduta qualunque possibile pretesa da parte sua.

ln mancanza di una sua presa di posizione formale, intenderei inviare al Comune una richiesta di modifica della concessione a mio solo nome.

Privato