Infiltrazioni d’acqua in loculo
in occasione della morte di mia madre, io e le mie sorelle abbiamo richiesto l’estumulazione del cadavere di mio padre sepolto in un colombaro al cimitero delle Porte Sante di Firenze. In tale occasione è risultato, una volta aperta la lapide di marmo, che era stato rimosso il legno intorno alla cassa di zinco e quest’ultima era stata appoggiata su 4 mattoni.
Richieste spiegazioni l’amministrazione comunale, dopo un’iniziale resistenza, ha dovuto ammettere che, probabilmente più di venti anni orsono, causa infiltrazioni di acqua, era dovuta intervenire con urgenza per evitare ulteriori gravi conseguenze e nell’occasione era stato rimosso il legno probabilmente inzuppato di acqua Non avevano però proceduto ad estumulazione e quindi, a parere dell’amministrazione, non avrebbero dovuto avvisare i parenti.
Quand’anche fosse corretta quest’ultima affermazione, essendo responsabile della manutenzione, vi chiedo se l’amministrazione non avrebbe dovuto salvaguardare la salma, ad esempio, ricoprendo la cassa di zinco con il legno. Quest’ultima una volta estratta dal colombaro si è completamente sfaldata, facendo cadere le ossa di mio padre, in quanto mentre la parte superiore era rimasta intatta la parte inferiore, a causa dell’acqua (malgrado fosse stata appoggiata su dei mattoni), risultava gravemente deteriorata. Inoltre vicino alla tomba in questione si trovano colombari di altri parenti e, a questo punto, ho il fondato sospetto che possano trovarsi nella medesima situazione.
Privato
il Comune avrebbe dovuto informarVi di quanto avvenuto e cioè della probabile infiltrazione d’acqua e di quanto si sarebbe operato o di come si operò.
Crediamo comunque che la risposta fornita dal Comune dimostri una sincera volontà di risolvere un problema inatteso con un intervento svolto, probabilmente, con l’Istituto del Verbale di Somma Urgenza e quindi in emergenza, cercando di operare subito ottenendo la massima risoluzione con il minimo disagio nei confronti dei cosiddetti dolenti.
E’ del tutto comprensibile la Vostra sorpresa e indignazione, ma la circostanza descritta e l’intervento comunque svolto ha di fatto manifestato pieno interesse da parte della Amministrazione al problema verificatosi: ci creda che non è prassi che si effettuino tali interventi diretti. Tanti sono i casi di Colombari con gravi infiltrazioni d’acqua, dissesti anche murari che languono per decenni senza alcun intervento risolutivo.
L’intervento che ci ha descritto che vede il cassone in zinco mantenuto sollevato con mattoni rispetto il piano d’appoggio del loculo seppure “rudimentale” è stato del tutto appropriato.
La rimozione del feretro ligneo, a suo tempo è stata sicuramente determinata da condizioni di inaccettabile stato della stessa cassa in legno. Deve tenere conto che in Italia, la tumulazione e cioè il seppellimento del defunto in un loculo sia in colombario (come nel caso in specie) che in tomba privata, prevede sia effettuata con una duplice sigillatura della salma:
– una attraverso l’impiego di un feretro STAGNO, IN ZINCO, LE CUI DUE PARTI, cassa e coperchio, SONO SALDATE E SIGILLATE. L’impiego di un contenitore ligneo di fatto è solo un contenitore con valenza prevalentemente estetica e pratica per la movimentazione del feretro nei momenti strettamente connessi con la cerimonia funebre e la effettuazione della sepoltura;
– l’altra attraverso la realizzazione di loculi in muratura piena o in pietra o in cemento armato, chiusi anteriormente da una ulteriore muratura o lastra in calcestruzzo armato.
Difatti si parla di sepoltura impermeabile. In realtà lo stato impermeabile richiesto è quello che deve far fronte alla consunzione cadaverica che nei primi anni di sepoltura è connaturata da un rilascio di molti liquidi e gas, derivanti dalla consunzione cadaverica stessa che determinano generalmente la deformazione delle due casse e spesso anche la rottura dell’involucro in zinco.
Quindi l’aver rimosso la cassa lignea non ha causato di fatto alcuna profanazione del feretro vero e proprio.
Il sollevamento del cassone in zinco residuo dal piano è stata una operazione fondamentale per garantire una ottimale condizione di seppellimento. Di fatti tale intervento è stato vocato a garantire condizioni adeguate alla consunzione del cadavere. Il sollevamento dal piano di appoggio del feretro è una buona operazione che è oggi perseguita inserendo sotto alle casse un vassoio che presenta dei rilievi che consentono il rialzamento del feretro dal piano di appoggio e quindi di evitare di rimanere a contatto con i liquidi della decomposizione che spesso fuoriescono.
La ricollocazione del feretro in metallo in un cassone in legno sarebbe stata una operazione che avrebbe richiesto necessariamente l’assenso da parte dei famigliari del defunto: bene hanno fatto i tecnici e gli operatori intervenuti ad eseguire il pristino edilizio ma mantenere lo stato integro essenziale di ogni sepoltura senza effettuare manomissioni ma allontanando solamente il materiale che avrebbe potuto causare problemi nelle successive future fasi di estumulazione. Ottimo il sollevamento della cassa dal piano del loculo.
Le ossa derivanti da una tumulazione sono riscontro che è potuto verificarsi la completa consunzione e Le ha permesso di poter raccogliere il Resto osseo che sarà stato collocato in una apposita cassettina in zinco. Generalmente ciò non accade e spesso si opera in condizioni spiacevoli, spessissimo tali che non si è in presenza di ossame ma di Resto mortale che dovrà essere inumato (nuovamente sepolto) per ulteriori 5 anni o indirizzato alla cremazione.
Riteniamo, come Lei ha ipotizzato che con molta probabilità anche altre sepolture contermini avranno ricevuto una sistemazione analoga ma ciò a beneficio sia del defunto sepolto che del fabbricato a loculi in cui è collocato Suo Padre.
Come sopra accennato, relativamente allo stato in cui oggi Lei ha preso atto di come si presenta un loculo in concomitanza dell’operazione di “estumulazione”, Le confermiamo che non è diverso da quello che accade generalmente o meglio normalmente nei loculi. La sepoltura cosiddetta stagna difatti dopo parecchi anni comunque determina un deperimento dei materiali all’interno del loculo. Lo stato delle casse presenti quindi si degrada sotto l’azione di consunzione cadaverica che rilascia gas e liquidi particolarmente aggressivi sui materiali. Come avrà notato la confezione del feretro non avviene in una officina specializzata ma in una camera ardente da operatori specializzati che impiegano anche, oggi, sofisticate attrezzature e strategie volte a contenere l’aggressione delle casse da parte del procedimento putrefattivo ma ogni feretro confezionato avrà la sua storia e condizione di stato. Quindi all’apertura del loculo accade quasi sempre che lo stato della sepoltura risulta degradato, scomposto e spesso il coperchio ligneo e metallico scardinati a causa dei fenomeni di espansioni gassose verificatesi.
Siamo certi che al termine delle operazioni di estumulazione, il loculo, ripulito sarà risultato idoneo a nuova sepoltura di Sua Madre, visto che i problemi manutentivi erano stati risolti e che contestualmente avrà anche potuto ricollocare il Resto osseo di Suo Padre nella nuova collocazione accanto alla Sua Moglie
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