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Lastra di chiusura di loculo
vorrei sapere a quali tipologie di sanzioni si va incontro utilizzando, per le tumulazioni in loculo, mattoni pieni a due teste anziché ad una testa.
P.P.M. spa Palmi (RC)
Posted by La redazione on 18 Febbraio, 2015 in Forum, Gestione Operativa | 1 comment
vorrei sapere a quali tipologie di sanzioni si va incontro utilizzando, per le tumulazioni in loculo, mattoni pieni a due teste anziché ad una testa.
P.P.M. spa Palmi (RC)
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Per le violazioni al Regolamento di polizia mortuaria in generale, le sanzioni sono quelle previste dal Vs. Regolamento comunale di Polizia Mortuaria, o da esso eventualmente richiamate o suo rimando e comunque se non vi fossero previste, per il principio della gerarchia delle norme, vige quanto disposto dall’art. 107 del DPR 285/1990 (Regolamento nazionale di Polizia Mortuaria) che richiama la L. 689 del 24/11/1981 (Modifiche al sistema penale), CAPO I art. 32 – Sostituzione della sanzione amministrativa pecuniaria alla multa o alla ammenda e CAPO V art. 113 – Aumento delle pene pecuniarie.
In questo caso non si applicano sanzioni nell’ambito della normativa cimiteriale, salvo quanto di seguito dettagliato, in quanto sostituire una muratura ad una testa con una a due teste rientra fra i dispositivi equivalenti previsti all’art. 76 del DPR 285/90, anche se si ritiene questa operazione non solo inutile ma dannosa.
Potrebbe configurarsi però il caso di danno erariale, da rifondere, qualora il costo maggiore dell’operazione ricadesse sul Comune, o la necessità di spiegare agli utenti il perché si ricorra ad una procedura più costosa del necessario.
L’art 76 del DPR 285/90 prevede la chiusura ermetica del loculo, come anche prevede una realizzazione del loculo stesso “impermeabile ai liquidi ed ai gas”.
Il comma 8 dell’art. 76 prevede la chiusura con “muratura di mattoni pieni a una testa, intonacata nella parte esterna” che vuole dire secondo le modalità della “buona regola dell’arte” muraria, realizzare un muro in laterizio “a cortina” (mattoni a ricorsi alternati) posti in opera con adeguata malta di cemento (magari idrofugato) con il giusto allettamento della prima fila di mattoni, evitando rinzaffi di eccessiva malta con cocci ma ricorrendo, eventualmente, all’impiego anche di malte antiritiro, realizzando poi sulla muratura correttamente eseguita, l’intonacatura della faccia, ovviamente, esterna di tale paretina. Il fine è garantire la sigillatura del loculo, dunque, il Responsabile del cimitero o il Custode se individuato quale persona posta a sovrintendere e garantire le operazioni cimiteriali (il Capo operaio), dovranno garantire che la chiusura sia stata svolta correttamente e cioè di aver eseguito la chiusura ermetica del loculo.
Il comma 9 dello stesso art. 76, consente anche l’impiego di altro sistema di chiusura, quale ad esempio la lastra di cls a. vibrato (una lastrina di spessore di circa 3 cm) che verrà posta in opera con impiego di una malta pronta del tipo idrofuga ed antiritiro, sempre controllando che l’esecuzione sia garantita fatta “alla regola dell’arte”.
E’ evidente pertanto che una parete a due teste è sovrabbondante, non richiesta dal regolamento, è inutile, è più costosa.
Perché spendere e fare pagare di più il cittadino se non ci sono i presupposti e tantomeno i disposti normativi per tale tecnica?
Si fa notare, inoltre che la Circolare del Ministero della Sanità n. 24/1993 (reperibili sul Ns. sito nella pagina “normativa”), ha dettato le dimensioni standard interne che debbono avere i loculi per garantire l’accoglimento del feretro. In lunghezza o profondità è richiesta la dimensione utile di mt 2,25. Probabilmente, la muratura a due teste potrebbe penalizzare il rispetto di tale dimensione o meglio a volte (o spesso) potrebbe accadere che non si possa eseguire per mancanza di spazio, quindi che senso ha?
Quale è il rischio di una chiusura fatta male?
Il rischio è che nel caso in cui la cassa dovesse espandersi e scoppiare, potrebbero uscire liquidi cadaverici e gas relativi al fenomeno putrefattivo del cadavere e questi determinerebbero sicuramente la fuoriuscita di miasmi (puzza) che, essendo in un cimitero, struttura governata dalle leggi sanitarie, evidenzia una condizione di igienicità non più controllata e quindi di potenziale pericolo per i fruitori e lavoratori sotto l’aspetto igienico.
I costi di ripristino della condizione igienica sono in capo al Comune (o al concessionario del servizio) che evidentemente ha eseguito male la chiusura del loculo, mentre i costi della cassa che non ha trattenuto gas e liquidi sono a carico dei familiari del defunto. Si palesa un danno, cioè un costo per l’Amministrazione dovuta all’imperizia dell’esecutore e del controllore (o meglio del Responsabile). E qui ci fermiamo.
Nel DPR 285/90 l’art. 76 (comma 9) propone anche “… o con altra chiusura equivalente che garantisca la chiusura ermetica del loculo.”
Oggi si sta diffondendo l’impiego della chiusura che definiamo “a secco” e cioè con lastra in resina e polvere di cemento, che è leggera, quindi sottile (circa 1,5/2 cm), di facile manovrabilità (si pensi alle “criminali” tumulazioni da farsi in 5° file o addirittura in 6° e/o 7° fila). L’impiego di questa lastra comporta l’uso come sigillante delle “schiume poliuretaniche” che oggi godono di una loro conoscenza ultra-ventennale di impiego nel campo edilizio e quindi si ha riscontro di cosa accade nel tempo a tale prodotto. Si consiglia l’uso di schiume poliuretaniche impermeabili e resistenti alle aggressioni chimiche. Anche qui la “messa in opera” è determinante per la “perfetta regola dell’arte della chiusura” ovvero per garantire la sigillatura del loculo.
A favore è la possibilità di lavorare pulito, a secco, con attrezzatura leggera e quindi l’attenzione e perizia sono favorite.
A sfavore, in caso di riapertura del loculo, c’è la difficoltà della completa rimozione della schiuma poliuretanica, poiché la sigillatura va tagliata con un attrezzo a lama e raschiata dalle superfici del loculo, che dovranno essere ben pulite per la successiva nuova chiusura.
Una buona operazione di apertura consente il reimpiego della lastra di chiusura.
Delle tecniche illustrate noi preferiamo la lastra in calcestruzzo armato, realizzato su piano vibrante (che garantisce un getto di cls compatto e senza vacui), di spessore medio di 3 cm, dotato di almeno 2 maniglie in acciaio (vedasi scheda tecnica contenuta nel Ns. sito nella pagina “documentazione” Lastra di chiusura loculo in cls.a), costano poco (attorno ai 12/15 euro/cad. per quantitativi 50/60 pezzi), si montano e si rimuovono con facilità per mezzo delle maniglie, si sigillano con malta antiritiro idrofugata che può essere facilmente rimossa quando si apre il loculo, e spesso sono riutilizzabili una volta rimosse, dopo l’opportuna verifica che non presentino crepe o cavillature di alcun genere.
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