Sosta di feretri in camera mortuaria
Il nostro cimitero civico non è attrezzato con celle frigorifere per lo stipamento di salme destinate altrove, quindi per la giacenza di salme, ad esempio destinate alla cremazione, adoperiamo la camera mortuaria.
la domanda è:
1) è possibile far sostare le salme in deposito presso una normale camera mortuaria sprovvista di celle frigo?
2) se si per quanti giorni al massimo?
3) la cassa deve essere assolutamente zincata? o è sufficiente la “barriera” che in materiale plastico utilizzata per le salme che vanno in cremazione?
Comune di Pomezia (RM)
1) Ai sensi del DPR 285/1990 art. ART. 64: “Ogni cimitero deve avere una camera mortuaria per l’eventuale sosta dei feretri prima del seppellimento.”
Quindi la risposta è sì, la Camera Mortuaria del Cimitero è deputata ad assolvere tale necessità anche in assenza di cella frigorifera: … ma per quanto tempo? Ciò è opportuno sia regolamentato attraverso un’Ordinanza del Sindaco apposita e/o attraverso il Vs. Regolamento comunale di Polizia mortuaria (per alcune delucidazioni a riguardo si rimanda all’approfondimento che si è ritenuto utile affrontare a parte (clicca qui)
2) Il nr. di giorni dipende ovviamente dal periodo dell’anno (inverno o estate), dalla posizione geografica in cui ci troviamo (la temperatura è un elemento di accelerazione del processo putrefattivo-trasformativo del cadavere). Il Comune di Torino, per esempio, ha normato tale eventualità, vedasi Art. 27 comma 3 (si rimanda al Regolamento di Polizia Mortuaria del Comune di Torino consultabile sul sito https://www.tuttosuicimiteri.it nell’area Documentazione > Normativa > Regolamenti), ha previsto nr. 5 gg. max di permanenza della bara in C.M.. E’ opportuno che si decida un adeguato tempo, d’intesa con la Vs. ASL competente per giurisdizione, proprio attraverso un’Ordinanza del Sindaco e/o integrando normativamente il Vs. Regolamento comunale di polizia mortuaria.
3) E’ indubbio che se la permanenza della bara in C.M. è prevalentemente connessa con l’attesa per la cremazione del defunto, il Vs. Comune dovrà ben disciplinare:
– le caratteristiche del feretro e quindi quelle migliori per un conveniente incenerimento, dotando l’allestimento interno della cassa di quei diaframmi-freno , atti ad impedire perdite di liquidi cadaverici dalla cassa già dai primi giorni (a riguardo, per approfondimento si rimanda all’approfondimento sul tema “allestimento della bara” al seguente link:
http://www.funeralia.net/osservatorio/2004/dicembre/ dal titolo “UNA GRAVE LACUNA REGOLAMENTARE, RIMASTA ANCORA INSOLUTA”;
– contrattare con l’impianto crematorio, una tempistica, i costi e le caratteristiche principali e fondamentali dei feretri da impiegare per accogliere cadaveri indirizzati alla cremazione. Di fatto Pomezia sorge ad una modesta distanza dall’impianto di cremazione di Roma (circa 60 Km.), ma alla luce delle note difficoltà gestionali che caratterizzano tale impianto, si potrebbe verificare se la Società Silva di Viterbo, pur essendo, tale altro impianto di cremazione, ubicato a distanza doppia (circa 110 km.), possa definire e concordare condizioni di servizio migliori o comunque alternative, non solo nei confronti del Comune ma anche nei confronti del cittadino.
Inoltre ritengo interessante la lettura della discussione che è avvenuta sul blog http://www.funerali.org in merito a problemi di “bare” e “Il trasporto necroscopico”, voci da digitare in “ricerca” sul blog citato, per accedere all’ampio ed esauriente contenuto che raccomando di leggere.
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