Tomba di famiglia – come liberare spazio
gradirei chiarimenti sul regolamento delle cappelle gentilizie edificate in terreni cimiteriali dati in concessione perpetua (concessione del 1960). Nello specifico, mio nonno, padre di mia mamma, ha avuto suddetta concessione perpetua, dove ha realizzato una cappella familiare gentilizia, ma per limiti di terreno ha potuto realizzare 10 posti di misure previste dalle normative vigenti e altri 10 spazi utili ad ossaia. I miei nonni hanno avuto 7 figli che sommati a loro 2 fondatori si arriva ad un totale di 9 aventi diritto, posti più che sufficienti per tutti , e fino a qui tutto normale. Per volontà verbali e mai trascritte dei miei nonni, “acquisiscono diritto” anche i mariti e le mogli dei loro figli. Sommando altri 7 “aventi diritto” ai precedenti 9 aventi diritto, è chiaro che non c’è posto per tutti! Allo stato attuale i posti sono tutti occupati dai 2 fondatori, da 3 figli, da 3 “aventi diritto” e 2 nipoti dei fondatori, scomparsi in giovane età, il primo figlio di erede legittima e seconda moglie di uno dei figli di erede legittimo. Sono deceduti anche un erede legittimo e sua moglie che per scelta delle loro figlie, dovute a situazioni di distanza non hanno beneficiato degli spazi di loro diritto. Allo stato attuale i posti sono tutti occupati e la soglia d’età dei futuri ospiti e di 80 anni. CHIEDO in che misura, morale e legale, è consigliabile muoversi per permettere il rispetto delle ultime volontà dei miei defunti nonni, e come eventualmente agevolare gli aventi diritto a non subire danno per regresse negligenze non dovute a speculazioni o interessi, ma alle particolari condizioni “non piacevoli” dove non si pensa in maniera legalmente corretto ma moralmente giusto.
Privato
Il diritto di sepoltura fra tutti gli aventi diritto si attua per premorienza, ovvero chi prima muore fra gli aventi diritto prima viene sepolto, fino a capienza del sepolcro, e pertanto non esistono posti salma di spettanza o prenotati.
Per quanto riguarda chi ha diritto di essere sepolto, se il regolamento di polizia mortuaria non lo stabilisce, premesso che la tomba di famiglia è fondata “per sè e la propria famiglia”, vi sono due interpretazioni:
– quella più restrittiva che interpreta la famiglia come gli ascendenti (genitori) e discendenti diretti (figli, figli dei figli…) e relativi coniugi/conviventi more uxorio (affini)
– quella più larga, che identifica la famiglia con la parentela che, da Codice Civile, può arrivare fino al VI grado e affini.
In ogni caso, salvo il caso di decadenza o recesso della concessione, i sepolti non possono essere movimentati (esempio: traslati altrove) se non per espressa volontà dei singoli parenti più prossimi (esempio: prioritariamente il coniuge, o secondariamente tutti i figli all’unanimità).
Al di la’ della complessita’ di defunti sepolti evidenziata, sembra di capire che nella tomba ci sono 10 loculi e 10 ossari.
In un loculo possono essere contenuti un solo feretro e quante cassette resti ossei o urne cinerarie fino a capienza.
Se quindi si cremano i resti mortali (ovvero i cadaveri tumulati da oltre 20 anni) e li si pone in un loculo assieme ad un defunto recente, cio’ e’ possibile se i parenti piu’ prossimi del defunto (esempio: prioritariamente il coniuge, o secondariamente tutti i figli all’unanimità) sono d’accordo nell’operare la cremazione.
In genere in un loculo ci possono stare piu’ urne cinerarie (o cassette resti ossei) assieme ad un feretro, per cui se per esempio si cremassero i nonni e si ponessero le due urne assieme nello stesso loculo, ecco che si libererebbero 2 loculi per un feretro fresco più rimarrebbe in uno dei loculi spazio per altre due urne cinerarie.
E cosi’ via.
Da verificare se nella concessione sia stabilito un numero massimo di sepolture, ovvero se il Comune non chieda un canone di concessione ulteriore per ogni sepolto in piu’, o anche se nel regolamento di polizia mortuaria non vi sia una prescrizione che se nelle tombe perpetue si seppelliscono piu’ salme di quelle stabilite, la tomba diventa 99ennale e non piu’ perpetua, o altre norme comunali che non permettano o diano delle limitazioni nel fare quanto sopra.
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