Divisione spese di manutenzione nel caso di vendita di posti salma fra privati
Il quesito riguarda le spese di manutenzione di una cappella cimiteriale. Nel 1971 ottenni la concessione di area cimiteriale per erigervi un sepolcro familiare.
Anche la successiva autorizzazione alla costruzione di tomba e all’abitabilita’, sono a mio nome.
Tramite accordo verbale con il costruttore, gli lasciai disporre di alcuni loculi dell’edicola funeraria (in totale 10), trattenendone 3 per me. Effettivamente negli anni successivi, alcuni di quei loculi furono occupati da persone estranee alla mia famiglia e inserite sulla base di accordi individuali con il costruttore (mai registrati).
Ora, posto che non ho alcuna intenzione di far valere i miei diritti di concessionaria sui loculi gia’ occupati, la problematica concerne le spese di manutenzione. Tanto perche’, dai documenti presso il Comune, io risulto l’unica concessionaria di tutta l’edicola funeraria. In particolare, vorrei sapere se ho titolo per richiedere, pro quota, le spese di manutenzione ordinaria/straordinaria, da me anticipate, ai familiari dei defunti che occupano i singoli loculi (ovviamente pro-quota, ossia per 1/10 ciascuno)?
Privato
Cedendo 7 posti salma in cambio dell’importo di costruzione della cappella lei in pratica ha fatto oggetto di lucro di sepolcri, assolutamente vietato dalla normativa, DPR 285/90.
Di conseguenza è passibile di revoca immediata della concessione da parte del Comune (art. 92 c.4 DPR 285/90), che può incamerare la cappella a titolo gratuito. A suo carico, oltre al pagamento di una sanzione amministrativa pecuniaria, sono le operazioni di ricollocamento dei resti mortali attualmente sepolti nella cappella e che non avrebbero potuto esservi collocate.
Inoltre, avendo venduto un diritto che non poteva vendere, è incorsa nel reato di truffa nei riguardi del costruttore, che potrebbe farle causa per danni.
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