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   10-5-22

   La redazione says:

   Azioni possibili da parte del coniuge o dei parenti
   DPR 285/90 Art. 79. 1. La cremazione di ciascun cadavere deve essere autorizzata dal sindaco sulla base della volontà testamentaria espressa in tal senso dal defunto. In mancanza disposizione testamentaria, la volontà deve essere manifestata dal coniuge e, in difetto, dal parente più prossimo individuato secondo gli articoli 74 e seguenti del codice civile e, nel caso di concorrenza di più parenti nello stesso grado, da tutti gli stessi, salvo che la normativa regionale non preveda la maggioranza (es.: Lombardia).
   A scadenza concessione, trascorsi almeno 20 anni dalla tumulazione (o 10 dalla inumazione) il cadavere viene classificato resto mortale ed è possibile fare cremare i resti a maggioranza degli aventi diritto.

   Azioni possibili da parte del Comune
   A scadenza concessione, trascorsi almeno 20 anni dalla tumulazione (o 10 dalla inumazione) il cadavere viene classificato resto mortale e, se i parenti non esprimono contrarieta’ alla cremazione, a maggioranza (ma in genere si chiede l’unanimità per evitare contenziosi), il Comune può cremare i resti. Lo stesso è possibile in caso di disinteresse o irrintracciabilità degli stessi.
   Il tutto va inserito nel regolamento di polizia mortuaria. Generalmente, in mancanza di richiesta di collocazione delle ceneri in un sepolcro (ossario/cinerario o loculo assieme ad un feretro), le ceneri vanno disperse nel cinerario comune.

   Azioni possibili da parte di un affine
   Nessuna; l’affine non ha alcun titolo per chiedere una cremazione, anche nel caso che il defunto non abbia eredi. Comunque potrebbe avere coniuge o parenti a cui soli spetta la decisione, e a cui nel caso il Comune, se vuole, potrebbe chiedere l’assenso alla cremazione come sopra. illustrato.

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