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Estumulazione o esumazione di religioso
La istanza di estumulazione o di esumazione di un parroco, monaca o frate, da chi deve essere effettuata, dal parente più prossimo o dal responsabile del ordine a cui appartiene?
Servizi Cimiteriali sc
Puo’ richiedere che il rapporto venga formalizzato con atto notarile, ma dipende dalla volonta’ della controparte. In ogni caso anche una scrittura privata puo’ essere fatta valere in sede giudiziaria.
Il controllo sulle concessioni fatte a Misericordie, Associazioni, Congregazioni e simili all’interno dei cimiteri comunali, e a maggior ragione sui cimiteri privati costruiti prima del 1934 (dopo sono illegittimi) spetta al Comune, che deve approvare e vigilare sugli statuti delle associazioni e sui rapporti fra queste e gli associati.
Dopo il 1934 fuori dai cimiteri possono essere costruite solo tombe gentilizie con le caratteristiche che si possono vedere nella risposta al quesito “Cimitero privato”
che sono riservati solo ai famigliari del fondatore o ai membri di associazioni religiose quali i frati di un convento e non possono essere aperti al pubblico.
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LikeDislikesalve, qualche dieci anni fa mi è stato concesso tramite scrittura privata dal priore amministratore di un cimitero privato la concessione di una tomba gentilizia a tempo indeterminato. dal canto mio, versavo un ingente importo quale “contributo volontario” per la manutenzione del detto cimitero.
mi hanno detto, invece, che detta concessione non vale nulla;
chi ha competenza nel decidere la concessione a privati di tombe gentilizie di cimiteri privati?
e poi, è necessaria la forma dell’atto pubblico?
grazie
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LikeDislikeRelativamente al Sacerdote o Prete (1), l’istanza è fatta dalla sua famiglia, i suoi familiari diretti o collaterali.
Relativamente ai Monaci/Monache e Suore/Frati, l’istanza è fatta dalla “congregazione di appartenenza” nella persona del Priore, Badessa o equivalenti.
Utile qualche chiarimento sulle varie tipologie di religiosi.
I “Preti” non vivono in comunità, ma possono scegliere di stare da soli o in famiglia con i genitori, mentre i frati/suore vivono la vita comunitaria nei conventi o monasteri.
Il “Sacerdote” è un uomo che ha ricevuto il sacramento dell’Ordine Sacerdotale e che in virtù di questo può celebrare il sacrificio della Messa e svolgere altri compiti propri del ministero pastorale
Il “Monaco o Monaca” o ancora il “Frate o la Suora” sono donne e uomini che hanno fatto voto di povertà, castità e obbedienza (consacrati), essi appartengono ad una congregazione (o famiglia religiosa concreta come i francescani, i domenicani, i gesuiti, ecc.). Può accadere che vi siano monaci o frati anche sacerdoti ma non è necessario in quanto la loro vocazione religiosa non deve essere per forza una vocazione al sacerdozio.
Più specificatamente:
A) I frati e le suore appartengono ad ordini mendicanti o comunque aperti ai laici, non hanno obbligo di dimora e possono uscire dal convento (es. i francescani, i carmelitani, ecc.).
B) I monaci e le monache appartengono ad ordini monastici di clausura e devono risiedere sempre in un luogo e quasi mai uscirne (come ad es. i benedettini ed i cistercensi).
Vero è che spesso, nel linguaggio popolare, i tre termini vengono utilizzati in modo improprio, come se fossero equivalenti ma come abbiamo visto non è la stessa cosa.
Nota (1):
Il Prete è la forma abbreviata di prebitero, che significa anziano, cioè colui che è stato insignito del secondo grado dell’Ordine sacro (il primo grado è l’episcopato).
Il parroco è, il presbitero che il vescovo invia a presiedere una parrocchia. Il Curato invece era il presbitero che reggeva “una curazia”, cioè una chiesa minore, una cappella dotata di propri beni patrimoniali (beneficio ecclesiastico curato), dipendente da una pieve (chiesa matrice), ma che aveva ottenuto il fonte battesimale ed il cimitero: il cappellano residente era dunque chiamato curato.