Possibile cambiare una concessione perpetua in una a tempo determinato?
Mia madre (attualmente in vita, età 91) è concessionaria di un loculo in origine perpetua che le fu “regalato” da sua nonna, la cui salma occupa attualmente tale loculo dal 1962.
Il Comune in cui il loculo si trova ha modificato la concessione da perpetua a termine, con scadenza 2023.
Oltre al danno morale causato d cambio di tipologia di concessione il Comune ci propone o il rinnovo per altri 15 anni, o la rinuncia, nel qual caso però la mamma dovrebbe persino sostenere i costi di estumulazione/cremazione della salma.
Possiamo richiedere un rimborso o siamo obbligati a sostenere i costi di estumulazione?
Se poi la mamma dovesse mancare prima del 2023, sarei io in qualità di figlia a dovermi sobbarcare tali costi?
Privato
Se il loculo è stato costruito dal Comune, sua madre non ha ereditato niente; è solo subentrata nella concessione alla nonna e ha l’obbligo di rispettare i patti contrattuali previsti nella concessione e provvedere alla manutenzione ordinaria; se il loculo è stato costruito dal fondatore, anche la straordinaria.
Pacta sunt servanda; i patti devono essere rispettati.
Se nella concessione non c’è una clausola per cui varranno le norme del regolamento di polizia mortuaria anche successive, secondo l’art. 92 del DPR 285/90 il Comune può revocare una concessione perpetua solo se esistono contemporaneamente le seguenti condizioni:
– 50 anni dall’ultima sepoltura
– ove si verifichi una grave situazione di insufficienza del cimitero rispetto al fabbisogno del comune
– non sia possibile provvedere tempestivamente all’ampliamento o alla costruzione di nuovo cimitero.
Ora il fatto che vi abbiano proposto una proroga esclude di per sé che vi sia una grave situazione di insufficienza in quanto l’operazione non libera posti salma.
Ovvero: salvo i casi di cui sopra una concessione perpetua tale rimane finchè le parti rispettano i patti contrattuali.
Quindi:
– la concessione perpetua rimane a patto che i resti sepolti restino nel loculo
– non dovete pagare niente
– se il Comune dovesse aprire il loculo senza il permesso della persona affettivamente più vicina alla defunta e avente diritto sulla concessione (la mamma, e dopo la sua morte, i discendenti) incorrerebbe nel reato di violazione di sepolcro, art. 407 Codice Penale: da uno a cinque anni di reclusione.
D’altra parte se si estumulassero dei resti mortali da un sepolcro perpetuo la concessione automaticamente decadrebbe e il loculo tornerebbe nella disponibilità del Comune. E se si vuole mantenere il sepolcro perpetuo, le spoglie mortali sepolte devono rimanere nel sepolcro per sempre, salvo i casi sopra esposti.
Spesso, specie per le tombe di famiglia, si arriva un accordo fra il Comune e i concessionari, per cui in cambio della possibilità di estumulare o cremare con introduzione di nuove salme si riduce la durata a 99 anni per le tombe, e per i loculi ad es. a 30 anni, in genere a partire dall’accordo. Alla fine della concessione il concessionario deve restituire il sepolcro libero da feretri, urne o cassette resti ossei e cose.
Se nella concessione c’è una clausola per cui varranno le norme del regolamento di polizia mortuaria anche successive, allora si vada a vedere cosa dice il regolamento e ci si adegui.