Rinuncia a tomba di famiglia
Un cittadino italiano, residente AIRE, in Germania, ci ha scritto, comunicandoci la sua intenzione di rinunciare alla cappella funeraria di famiglia, dove sono tumulati i genitori ed i resti mortali dei nonni, in quanto data la sua venerabile età (84 anni) e la residenza a Francoforte sul Meno (Germania) non ce la fa più a curare e pulire l’esterno e l’interno della cappella, come ha fatto per anni e mantenere un aspetto decoroso della costruzione. Come dobbiamo procedere in questo caso, dopo naturalmente aver preso accordi per la sistemazione dei defunti. Può il comunque prendere possesso della cappella, deve pagare qualcosa al richiedente?
Comune di Meolo (VE)
Se la rinuncia è fatta da un discendente avente titolo del fondatore del sepolcro, prima di tutto occorre accertare se lo stesso è l’unico esistente o se ve ne siano altri paria livello. In questo secondo caso la rinuncia deve essere fatta da tutti gli interessati, in quanto si devono movimentare i resti mortali, operazione per la quale è necessario il consenso di tutti gli aventi diritto.
La movimentazione è operazione a pagamento per il rinunciatario. Dopo la rimozione i resti verranno collocati o nell’ossario/cinerario comune o in ossario/cinerario in concessione.
Si deve poi fare una stima del valore della Tomba, tenendo conto della percentuale di uso rispetto al periodo di concessione e dello stato manutentivo della stessa.
Nel caso di concessione perpetua in genere si stima alla metà/ due terzi del valore rivalutato e tale importo va riconosciuto al/agli aventi diritto. Una volta incamerata la Tomba, il Comune potrà riconcederla mediante il bando pubblico e il corrispettivo verrà incassato dal Comune.
Tutta l’operazione deve naturalmente risolversi complessivamente con una entrata per il Comune.
Per una maggiore trattazione si veda la risposta completa.