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Tomba di famiglia: rinnovo concessione
Una tomba ha la concessione scaduta in quanto il primo seppellimento risulta nel 1918.
Oggi deve essere riconcessa a tutti gli eventi diritto ( circa 14 persone) ma non sono tutti rintracciabili.
Due degli aventi diritto vorrebbero riconcessionarla per seppellire la madre ( tra l’altro risulta già sepolto un loro fratello).
Come si può procedere non potendo contattare gli altri?
Comune non identificabile
Con la scadenza della concessione cessa ogni rapporto fra il Comune e i subentranti al fondatore.
Quanto ad avvertire gli interessati, il Comune non ha l’obbligo di avvertire nessuno, ma è buona norma interpellarli, non fosse che per sapere se qualcuno è interessato ad un rinnovo.
Questo se si vede la cosa come il termine di un normale contratto (concessione) la cui scadenza è nota alle parti; qualcuno sostiene che si tratta di un procedimento amministrativo e quindi l’interessato deve essere avvertito.
Il Comune non ha comunque l’obbligo di avvertire ovviamente gli irreperibili e coloro che non si sono notificati come subentranti al concessionario fondatore.
Il rinnovo non è obbligatorio, e viene fatto su richiesta: paga chi lo richiede, restando i diritti a tutti i precedenti aventi titolo.
Se nessuno si accolla gli oneri relativi, la concessione è cessata e la tomba entra in disponibilità del Comune che la svuota e la riassegna, in genere con gara con offerta al rialzo.
I rapporti economici fra gli aventi titolo sono frutto di eventuali accordi fra gli interessati; si ricorda che sempre il Comune può rivalersi delle spese relative alle concessioni anche su uno solo degli aventi titolo, in quanto responsabili in solido. Possibile un recupero dei crediti anche mettendo a ruolo l’importo con le imposte.