Lapide – intestazioni e scritte su una fossa in campo comune
Mia madre é deceduta qualche tempo fa e ho provveduto ,in qualità di coerede ( siamo 2 eredi ),a fare costruire la relativa tomba (lapide + basamento con recinzione) a mie esclusive spese.
Ritengo pertanto di essere unico proprietario di tale manufatto edilizio essendo in possesso di regolare fattura e atto autorizzativo a me intestati.
L’altro coerede, senza comunicare alcunché, ha fatto apporre sulla lapide interessata una targhetta in ceramica con sue relative scritte personali, alquanto discutibili e contestabili, in memoria del defunto e su un bene di mia esclusiva proprietà.
Non risulterebbero ad oggi richieste e/o autorizzazioni inviate al sottoscritto e neppure al Responsabile dei Servizi Cimiteriali.
Vorrei fare rimuovere la targhetta perché tale azione é vietata dal regolamento comunale dei servizi cimiteriali (vedi allegato) e soprattutto perchè,così facendo, l’altro coerede mi ha impedito di inserire iscrizioni ed epigrafi ,essendo lo spazio utile molto ridotto, già programmate da tempo…. Chiedo conferma.
Privato
Si tratta di una sepoltura in terra di un deceduto.
La sepoltura in terra per 10 anni è compito di istituto dei comuni e quindi è una sepoltura gratuita non soggetta a concessione e per la quale è previsto il pagamento, secondo tariffa comunale, delle operazioni di scavo fossa, deposito in fossa del feretro, chiusura della fossa con terreno e formazione di tumulo con il terreno scavato per garantire nei primi mesi l’assestamento del terreno stesso su tale sepoltura.
Il Comune deve provvedere (di istituto e quindi non a pagamento di tariffe) alla collocazione di un cippo numerato in cui collocare una targhetta che riporti nome cognome data di nascita e data di morte del defunto sepolto.
Se i familiari del defunto vorranno collocare una lapide (anche chiamata copritomba) su tale sepoltura in terra, il Comune deve avere predisposto indicazioni generali e tecniche specifiche al riguardo.
Per tale tipo di sepoltura la condizione di essere erede o meno del defunto non ha NESSUNA rilevanza.
Ha rilevanza invece la condizione di familiarità nei confronti del defunto quindi hanno titolo a decidere: prima moglie, poi madre, padre e figlio/figlia alla pari, poi nipoti, eccetera.
La condizione di figlio è paritaria nel caso di due o più fratelli/sorelle: ovvero hanno gli stessi diritti, indipendentemente da chi paga gli addobbi della fossa, e le decisioni vengono prese a maggioranza del 50% +1. In mancanza di accordo il comune mette il defunto in fossa con il solo cippo, unico suo obbligo.
Il Comune fin dalla richiesta deve verificare che quanto verrà collocato sulla tomba e in particolare la lapide corrisponde ai dettami tecnici che il Comune ha definito. e sia conforme a quanto autorizzato
Difformità debbono essere subito accertate segnalate e rimosse entro un tempo breve che il Comune comunicherà ai familiari ovvero tramite rimozione coattiva e cioè il Comune opererà la rimozione delle parti o del manufatto, emettendo immediata rivalsa economica nei confronti dei familiari superstiti del defunto.
L’apposizione di lapidi o di una ulteriore targhetta deve essere autorizzata:
– Dai pari aventi diritto a maggioranza +1
– Dal comune
Per cui se la targa non rientra fra quelle autorizzate dal comune o non è stata autorizzata dalla maggioranza degli aventi titolo se ne può chiedere la rimozione al Comune, che imporrà agli aventi titolo di farlo e allora si potrà rimuoverla in quanto abusiva.
Pero’ attenzione: in caso di contenzioso il fratello, come pari diritto, potrebbe eccepire che lui non era d’accordo con la sistemazione effettuata, anche se pagata dall’altro fratello, e richiederne la rimozione come non autorizzata.
Ai consiglia pertanto di arrivare ad un accordo.