Tomba di famiglia per cui non è reperibile la concessione – immemoriale
La mia famiglia in possesso fin dai primi del 1900 di una tomba in un piccolo cimitero del Veneto, Qualche anno fa, in previsione di effettuare alcune riduzioni, il mio papà si recato in Comune per chiedere i moduli e ricevere informazioni a riguardo. La responsabile ha congelato qualsiasi intervento in quanto nella nostra posizione mancava i titolo concessorio; purtroppo pure noi ne siamo sprovvisti!!!
Dopo varie ricerche, il Comune ha trovato un registro riportante i dati della nostra tomba: anno di acquisto, la metratura, l’intestazione della tomba ed il richiedente.
Intorno al 1995 sono stati eseguiti lavori di ripristino di tutto il marmo; Quando si richiedono lavori di ristrutturazione non si dovrebbe far riferimento alla concessione?
Passati gli anni e dopo vari colloqui animati finalmente il segretario comunale ci offre una transazione (pagare il 50% del costo attuale del terreno – prezzo intero 800 mq) per sanare la mancanza del titolo che non sarà più perpetuo ma di 99 anni. Da parte mia ho verificato senza trovare nulla sia all’archivio di Stato che in Conservatoria ( mi consigliano di mettere in mora il Comune perché tenuto a conservare tutti gli atti).
Proverò a chiedere la delibera comunale del tempo, dal momento che ho la data certa dell’assegnazione, ma la vedo dura!
Vi chiedo un consiglio su come proseguire – anche perché il segretario si rifiuta di eseguire ulteriori indagini negli archivi comunali – e se mi convenga un’istruttoria.
Posso appellarmi all’Istituto dell’immemoriale? Il prefetto può intervenire e/o obbligare il Comune a riprendere le ricerche?
Privato
Considerato:
– che il sepolcro è stato occupato per oltre 99 anni da una famiglia senza contestazioni da parte del Comune
– che il Comune è tenuto alla gestione degli archivi dei contratti e dei documenti pubblici a meno che non dimostri che per eventi imprevedibili gli stessi sono andati dispersi; tutti i contratti venivano depositati fino a qualche anno fa alla Conservatoria dei registri immobiliari; si possono recuperare anche qui.
– che sarebbe possibile risalire alla concessione recuperando la delibera di Giunta del tempo (vedi data prima sepoltura) oppure andando a vedere il dettaglio del bilancio entrate (da concessione) del tempo. ove reperibile
– che eventuali disfunzioni dell’Amministrazione non possono essere fatte ricadere sui cittadini
si ritiene che si possa invocare l’istituto dell’immemoriale (seppure desueto) e considerare la concessione equivalente a perpetua.
Una concessione è valida se le parti che l’hanno sottoscritta hanno rispettato i termini contrattuali, altrimenti decade.
a) La tomba di famiglia è stata concessa per un numero di posti salma pari al numero di loculi costruiti; per una concessione perpetua non è possibile alcuna estumulazione (1), neppure per cremazione, ma solo l’utilizzo dei posti salma a capienza, e pertanto non si possono effettuare riduzioni che comporterebbero estumulazioni.
b) sono tutti aventi diritto quelli sepolti? ovvero sono familiari del presunto fondatore?la presenza di estranei (non benefattori) fa decadere la concessione.
c) se al tempo non erano concesse le cremazioni. la presenza di urne cinerarie fa decadere la concessione
Succede spesso che si arrivi ad un compromesso fra Amministrazione e titolari della concessione (che devono dimostrare di essere gli eredi patrimoniali del fondatore) in genere del tipo: l’Amministrazione concede che si possano ridurre i resti e riutilizzare i loculi in cambio dalla riduzione a 99 anni della durata della concessione; serve una delibera ad hoc della Giunta.
Una eventuale quantificazione dell’accordo è lasciata alla contrattazione fra le parti, e dipende dalle considerazioni di utilità per le stesse.
(1) La concessione perpetua non decade, ma l’art. 86 c.1 del DPR 285/90 viene generalmente interpretato come il divieto di estumulazione di defunti in sepoltura privata a concessione perpetua, e pertanto l’avvenuta estumulazione annulla la concessione con conseguente ritorno del sepolcro nella disponibilità del Comune. Cioì non avviene per le concessioni a durata limitata.