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Ciclo di mineralizzazione di sepoltura in fossa
Dopo quanti anni una salma viene tolta dal terreno?
E’opportuno comperare il forno in cui riporre le ossa con anticipo?
Privato
La sepoltura in fossa, ovvero l’inumazione di una cassa nel terreno ad una profondità fra 1,5 e 2 metri è l’unico obbligo che ha un Comune, assieme al recepimento di ceneri, di sepoltura per chi sia residente nel Comune o muoia sul suo territorio.
Trascorsi 10 anni di inumazione, dopo i quali il cadavere viene classificato resto mortale, il Comune è autorizzato a esumare i defunti sepolti. Se non ha sufficienti spazi nel recinto cimiteriale, rispetta la scadenza per poter riutilizzare le aree; se ha spazi disponibili tende a procrastinare l’operazione per evitare di dover, in alcuni casi, reinumare i resti, come vedremo.
Queste esumazioni avvengono in genere per aree definite di campi, e il Comune deve avvertire per tempo gli aventi titolo/parenti dell’intenzione e dei tempi previsti per l’operazione. Lo fa in genere con affissione di avvisi nei campi interessati e nelle bacheche cimiteriali. I Comuni meglio organizzati che dispongono di una anagrafe cimiteriale efficiente, avvisano anche singolarmente gli interessati, ma non ne hanno obbligo.
Una volta che si sia aperta una cassa, non è detto che i resti siano completamente mineralizzati, ovvero ridotti a scheletro; ci possono essere ancora parti molli, saponificate, mummificate e comunque inconsunte.
Se si tratta di resti ossei, o si raccolgono in una cassetta di zinco e si possono collocare o in un ossarino o in un loculo a discrezione degli aventi titolo, o, in caso di disinteresse degli stessi ad una tumulazione (ovvero collocazione in un manufatto cimiteriale), o in caso di irreperibilità degli stessi, vengono collocati nell’ossario comune. In genere si tengono per un certo periodo in forma distinta, ovvero riconoscibile, in modo che se i parenti ci ripensano, possono essere recuperati e tumulati. Poi vengono versati in forma indistinta nell’ossario comune.
Se si tratta di resti mortali non completamente mineralizzati, o restano nella cassa, se ancora utilizzabile, o vengono traslati in un sacco biodegradabile e reinumati per 5 anni in campo inconsunti (2 se con uso di enzimi), dopo di che in genere si mineralizzano e seguono l’iter dei resti ossei.
Se d’accordo gli aventi titolo, o secondo disposizioni contenute nel regolamento di polizia mortuaria nel caso di irreperibilità/disinteresse, si usa spesso ricorrere alla cremazione dei resti mortali, portati al crematorio o in cassa di legno o sacco biodegradabile impermeabilizzato. I parenti interessati possono poi collocare l’urna con le ceneri o in loculo o ossarino, o la si può portare a casa, o si disperdono le ceneri in natura o nel giardino della dispersione delle ceneri se presente in cimitero.
Tornando al quesito, come si vede c’è tutto il tempo per decidere, anche perchè non si conosce a priori nè quale sarà la consistenza dei resti mortali dopo l’esumazione nè quando verranno eseguite le esumazioni dell’area interessata.